Giuseppe Garibaldi na casa de Silot em Sacile - 1867
Na passagem abaixo, extraída do site Fronte del Piave, relata a passagem da cavalaria italiana por Sacile e recepção na casa de Silot. Acreditamos que a casa em questão seja a de Giacomo Silot (filho de Francesco Silot), pois era soldado da 4ª Companhia de Bersaglieri. Este é um corpo do exército italiano que existe até hoje. Essa referência de Giacomo no exército italiano está no livo "Il Friuli, Trieste e I´Istria: Tra la fine dell´ottocento e I´inizio del novecentoue" do autor Guerrino Corbanese. A data coincide com as investidas de Giuseppe Garibaldi na Terceira Guerra da Independência Italiana para unificação dos territórios do norte da Itália. Esta pesquisa foi realizada por Paulo Henrique Silote.
No final do parágrafo que faz referência a casa Silot, há menção da canção "Va fuori d'Italia" que é o hino de Garibaldi.
GIUSEPPE GARIBALDI IL 5 MARZO 1867
DA QUESTO VERONE AL POPOLO PARLAVA.
DA QUESTO VERONE AL POPOLO PARLAVA.
Nel paese natio, per il paese natio.
Limpido sole. La cavalleria è sulla via di Sacile. Passano soldati cantando: faccie pallide di fatica, occhi illuminati di gioia. Conegliano espone alle finestre le prime bandiere. La strada napoleonica, ingombra di cannoni, con gli artiglieri austriaci morti sui pezzi, è percorsa da truppe di tutte le armi. Donne sulle strade, ai bivii, sui campi, gridano: - «Viva il sangue nostro, viva l'Italia!» Le ragazze fan da presso e dicono: - «Cari, cari; finalmente!» I bimbi gettano fiori, i soldati gettano pane. Si canta, si corre e si piange...
A San Vendemmiano una donna, mostrando le scarne ossa, dice: - «Vedete come mi hanno ridotta? Ma, adesso, posso vivere anche di aria».
Appaiono le alpi nella piena gloria del sole; il monte Cavallo troneggia colle tre vette spolverate di neve; sotto vi è Sacile. Godega è piena di inglesi; al ponte del Meschio si sentono scoppiettare le mitragliatrici; in fondo al rettilineo spuntano i due campanili di Sacile. Il cuore trema.
Al bivio per Fratta, ci sono cannoni rovesciati, un aeroplano infranto, cadaveri. Fischiano già le pallottole. Attorno la casa Benedetti c'è la cavalleria inglese appiedata – i dragoni -; donne che occhieggiano dalle finestre; a casa Tomasella i fucilieri di Lancaster sono appiattati nei fossati; le donne, dalle porte, danno acqua agli assetati. Gli austriaci sparano dalle palazzine Negri.
Avanti! A casa Silot sono raccolte molte famiglie sacilesi, gente che ride, che piange, che bacia; gli austriaci hanno barricata la strada davanti a casa Zuccaro con platani abbattuti, con autocarri e carrettelle. Un carro abbandonato al passaggio a livello della nuova ferrovia per Vittorio, porta un pianoforte. Non si può far a meno di fermarsi un momento, per attaccare le prime note del Va fuori d'Italia...
Avanzano bersaglieri del primo battaglione ciclisti; avanzano cavalleggieri «guide» che già da un pezzo si battono contro le mitragliatrici nemiche. E' in testa il maggiore Slagek, col veterinario Setti, che ha preso anche lui il moschetto. Muore il tenente De Grise, del quarto squadrone. Superata la barricata all'ingresso del paese, viene incontro un vecchio a braccia aperte. E' il primo incontro. Ma non è il momento di abbracci, perché in piazza Cavallotti e al «ponte secco» scoppiano bombe e petardi. Si spara a bruciapelo; davanti alla mia vecchia casa si incrociano i tiri di fucileria. Ad un tratto, un enorme scoppio impone il silenzio. E' il ponte delle Castagne che salta. Altro scoppio; è la volta di quello dell'Ospedale. Sono le dieci e trenta. Batto alla porta e chiamo la mia vecchia zia Gigia. Una voce risponde: - «E' morta», e dalla finestra una mano tremante sporge una bandiera, la vecchia nostra bandiera, che nel '66, come oggi, saluta le prime truppe liberatrici. Benedetta la mano ignota che tremava nell'offrirla alla luce!
Avanti! La battaglia continua sui tetti e sui campanili; si sale al solaio di casa Lacchin – le spalle dei soldati sostituiscono le scale -, poi su quello del povero «Lolo», dove dorme una bimba morta; si monta sul campanile di San Gregorio, contro il quale gli austriaci sparano, dal campanile del duomo. La parte del paese al di qua della Livenza è ormai italiana; i cavalleggieri di Slagek se ne vanno per superare il fiume a nord verso Fiaschetti; a Sacile restano gli inglesi, con una sezione mitraglieri del «Saluzzo Cavalleria».
A San Vendemmiano una donna, mostrando le scarne ossa, dice: - «Vedete come mi hanno ridotta? Ma, adesso, posso vivere anche di aria».
Appaiono le alpi nella piena gloria del sole; il monte Cavallo troneggia colle tre vette spolverate di neve; sotto vi è Sacile. Godega è piena di inglesi; al ponte del Meschio si sentono scoppiettare le mitragliatrici; in fondo al rettilineo spuntano i due campanili di Sacile. Il cuore trema.
Al bivio per Fratta, ci sono cannoni rovesciati, un aeroplano infranto, cadaveri. Fischiano già le pallottole. Attorno la casa Benedetti c'è la cavalleria inglese appiedata – i dragoni -; donne che occhieggiano dalle finestre; a casa Tomasella i fucilieri di Lancaster sono appiattati nei fossati; le donne, dalle porte, danno acqua agli assetati. Gli austriaci sparano dalle palazzine Negri.
Avanti! A casa Silot sono raccolte molte famiglie sacilesi, gente che ride, che piange, che bacia; gli austriaci hanno barricata la strada davanti a casa Zuccaro con platani abbattuti, con autocarri e carrettelle. Un carro abbandonato al passaggio a livello della nuova ferrovia per Vittorio, porta un pianoforte. Non si può far a meno di fermarsi un momento, per attaccare le prime note del Va fuori d'Italia...
Avanzano bersaglieri del primo battaglione ciclisti; avanzano cavalleggieri «guide» che già da un pezzo si battono contro le mitragliatrici nemiche. E' in testa il maggiore Slagek, col veterinario Setti, che ha preso anche lui il moschetto. Muore il tenente De Grise, del quarto squadrone. Superata la barricata all'ingresso del paese, viene incontro un vecchio a braccia aperte. E' il primo incontro. Ma non è il momento di abbracci, perché in piazza Cavallotti e al «ponte secco» scoppiano bombe e petardi. Si spara a bruciapelo; davanti alla mia vecchia casa si incrociano i tiri di fucileria. Ad un tratto, un enorme scoppio impone il silenzio. E' il ponte delle Castagne che salta. Altro scoppio; è la volta di quello dell'Ospedale. Sono le dieci e trenta. Batto alla porta e chiamo la mia vecchia zia Gigia. Una voce risponde: - «E' morta», e dalla finestra una mano tremante sporge una bandiera, la vecchia nostra bandiera, che nel '66, come oggi, saluta le prime truppe liberatrici. Benedetta la mano ignota che tremava nell'offrirla alla luce!
Avanti! La battaglia continua sui tetti e sui campanili; si sale al solaio di casa Lacchin – le spalle dei soldati sostituiscono le scale -, poi su quello del povero «Lolo», dove dorme una bimba morta; si monta sul campanile di San Gregorio, contro il quale gli austriaci sparano, dal campanile del duomo. La parte del paese al di qua della Livenza è ormai italiana; i cavalleggieri di Slagek se ne vanno per superare il fiume a nord verso Fiaschetti; a Sacile restano gli inglesi, con una sezione mitraglieri del «Saluzzo Cavalleria».
tradução:
GIUSEPPE GARIBALDI EM 5 DE MARÇO DE 1867
DESTE VERONE AO POVO, FALOU.
No país de origem, para o país de origem.
Sol claro. A cavalaria está a caminho de Sacile. Os soldados passam cantando: rostos pálidos de fadiga, olhos iluminados de alegria. Conegliano exibe as primeiras bandeiras nas janelas. A estrada napoleônica, cheia de canhões, com os artilheiros austríacos mortos nos pedaços, é atravessada por tropas de todas as armas. As mulheres nas estradas, na encruzilhada, nos campos, gritam: - "Viva o nosso sangue, viva a Itália!" As meninas se aproximam e dizem: - «Querido, querido; finalmente!" As crianças jogam flores, os soldados jogam pão. Cantamos, corremos e choramos ...
Em San Vendemmiano, uma mulher, mostrando os ossos esparsos, diz: - «Vê como me reduziram? Mas agora também posso viver no ar ».
Os Alpes aparecem em toda a glória do sol; O Monte Cavallo domina com três picos polvilhados de neve; abaixo é Sacile. Godega está cheio de ingleses; metralhadoras são ouvidas estalando na ponte Meschio; no final da reta, as duas torres sineiras de Sacile. O coração treme.
Na encruzilhada de Fratta, há canhões derrubados, um avião quebrado, cadáveres. As balas já estão soprando. Ao redor da casa de Benedetti, há a cavalaria inglesa a pé - os dragões -; mulheres espiando pelas janelas; na casa de Tomasella, os fuzileiros de Lancaster são achatados nas valas; as mulheres, das portas, dão água aos sedentos. Os austríacos disparam dos edifícios Negri.
Vamos! Na casa de Silot, muitas famílias sacilenses estão reunidas, pessoas rindo, chorando, beijando; os austríacos barricaram a estrada em frente à casa de Zuccaro com plátanos cortados, caminhões e carroças. Um carrinho abandonado na passagem de nível da nova ferrovia para Vittorio carrega um piano. Você não pode deixar de parar por um momento, para atacar as primeiras notas de Va fora da Itália ...
Bersaglieri do primeiro batalhão de ciclistas avançou; Tropas "guia" estão avançando e lutam contra metralhadoras inimigas há algum tempo. O major Slagek está à frente, com o veterinário Setti, que também levou o mosquete. O tenente De Grise, do quarto esquadrão, morre. Depois de passar a barricada na entrada da cidade, um velho vem ao encontro de braços abertos. É a primeira reunião. Mas não é hora de abraços, porque na Piazza Cavallotti e na "ponte seca" bombas e fogos de artifício explodem. Você atira à queima-roupa; na frente da minha casa velha há tiros. De repente, um enorme estrondo força o silêncio. É a ponte castanha saltadora. Outro surto; é a vez do hospital. São dez e meia. Bato na porta e ligo para minha tia tia Gigia. Uma voz responde: - "Ela está morta", e da janela uma mão trêmula se projeta uma bandeira, nossa velha bandeira, que em 1966, como hoje, cumprimenta as primeiras tropas libertadoras. Bendita seja a mão desconhecida que tremia ao oferecê-la à luz!
Vamos! A batalha continua nos telhados e campanários; suba ao sótão da casa Lacchin - os ombros dos soldados substituem as escadas - e depois ao do pobre "Lolo", onde dorme uma garota morta; está montado na torre sineira de San Gregorio, contra a qual os austríacos disparam, da torre sineira da catedral. A parte do país deste lado de Livenza agora é italiana; os cavaleiros de Slagek partem para atravessar o rio ao norte em direção a Fiaschetti; os britânicos permanecem em Sacile, com uma seção de metralhadora do "Saluzzo Cavalleria".
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